domenica

Ama ciò che dovrai presto lasciare

Quel tempo in me puoi scorgere in cui gialla
foglia nessuna, o rara, ai rami pende
tremanti contro il freddo, nudi cori
già famosi, ove dolci erano i canti.
Vedi in me come un giorno impallidisce
dopo il tramonto, e via la nera notte
se lo porta, alter ego della morte,
che ogni cosa suggella nel riposo.
Vedi in me sulle ceneri del suo
vigore il barbaglìo d’un fuoco,
come sul letto funebre ove spirerà,
consumato da ciò che lo nutriva.
  Ciò percepisci, e più forte il tuo amore
  ama ciò che dovrai presto lasciare.



That time of year thou mayst in me behold
When yellow leaves, or none, or few, do hang
Upon those boughs which shake against the cold,
Bare ruin'd choirs, where late the sweet birds sang.
In me thou seest the twilight of such day
As after sunset fadeth in the west,
Which by and by black night doth take away,
Death's second self, that seals up all in rest.
In me thou see'st the glowing of such fire
That on the ashes of his youth doth lie,
As the death-bed whereon it must expire
Consumed with that which it was nourish'd by.
  This thou perceivest, which makes thy love more strong,
  To love that well which thou must leave ere long.
 
"Sonnet 73" William Shakespeare 

sabato

E poi suonerò con le mie mani / le campane sulla torre

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Ho trovato bellissima l'immagine che evoca la frase

E poi suonerò con le mie mani /
le campane sulla torre

Ogni persona deve prendere il suo coraggio per suonare la sua campana, e non solo ascoltare il suono delle campane della torre.

Anche se le nostre campane suonano da un posto sperduto e il loro suono viene ascoltato da pochi, lo faremo comunque, per noi e per i pochi che conosciamo.

(commento al post di ieri di signora "G" il blog di Enrica)

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giovedì

Poesia senza titolo

Ti sembra un ricordo
ma è molto vicino
quell'uomo che tende
la mano al bambino
  Ti sembra sia un sogno
  ma è tutto reale
  quell'uomo è chinato
  su te che stai male
Che sia la tua fiaba
o la tua memoria
quell'uomo ora applaude
alla tua prima vittoria
  Ma come .... ricordi
  o l'avevi scordato
  quel bacio voleva dire
  ti ho perdonato.. ti ho perdonato
e il giorno che andasti
ti urlò – sei un testone -
ma in casa restò
con il suo “magone”
  e adesso che a letto
  lo vedi disteso
  lo scopri cercare
  la voce e il tuo viso... la voce e il tuo viso
A volte il destino
è stupido è strano
è come tornare
in un tempo lontano
  ma è a lui e non più a te
  che ora serve una mano
  è lui che ora stanco
  ti vuole al suo fianco
"Coraggio papà
vedrai che andrà bene
vedrai torneremo
a sorridere insieme"
  e adesso che a un tratto
  ti scopri bambino
  ti sembra un miracolo
  averlo vicino.... averlo vicino

Vedi altro  "Era, come si dice, un padre d'altri tempi"

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domenica

Diritti e doveri del blogger. Che cos'è un blogger?

«Diritti e doveri del blogger», è il documento preparato recentemente da Reporters sans frontières (in Rete sul sito di RSF, da cui è possibile scaricare il pdf  in edizione francese).
Vi sono approfonditi alcuni argomenti di grande interesse, quali  le responsabilità dei blogger, i rischi connessi alla pubblicazione di un blog, il rispetto della vita privata, il diritto d'autore, ecc. Così  ho provato a tradurne una piccola parte (che pubblico con il testo originale).


Che cos'è un blogger?
Oggi ogni individuo può aprire un blog ed entrare a far parte di quello che chiamiamo il “Web sociale” (Web 2.0) o Web partecipativo, diventando un attore della rete.
Il blogger è la persona che dà vita e gestisce le condizioni d'uso del blog (Weblog), vale a dire un sito personale costituito da una o più pagine (indirizzate ad una URL) che egli aggiorna con la messa on-line dei contenuti (con l'indicazione della data e l'utilizzo di testi, immagini, video ...) e/o integrandoli con articoli proposti da altre persone.
Il blog è generalmente aggiornato con la regolare pubblicazione di  "post" (testi con o senza link, immagini, video, audio ...). Il suo contenuto viene archiviato e resta disponibile per la consultazione a tempo indeterminato.
Quando il blog è "aperto", ogni articolo pubblicato può essere commentato dai lettori in uno spazio appositamente previsto al termine del post.


Qu’est ce qu’un blogueur ?
N’importe quel individu peut ouvrir aujourd’hui un blog pour faire partie de ce qu’on appelle le «Web social » (Web 2.0) ou Web participatif et devenir un acteur du réseau.
Le blogueur est celui qui anime et gère les conditions d’utilisation d’un blog (« weblog ») c’est-à-dire un site personnel composé d’une ou de plusieurs pages (ou adresses URL) qu’il alimente par la mise en ligne de contenus (articles datés faisant appel au texte, à l’image, à la vidéo…) et/ou l’intégration de contenus proposés par des tiers.
Le blog est d’ordinaire alimenté sur une base régulière de « billets » ou « posts » (textes avec ou sans liens, images, vidéos, bandes sonores…). Le contenu est archivé et consultable sans limitation de durée.
Quand le blog est dit « ouvert », chaque billet peut être commenté par les internautes lecteurs dans un espace prévu à cet effet, souvent à la fin de l’article.

(se vuoi contribuire a migliorare la traduzione, scrivimi)


« droits et devoirs du blogueur » (punto 1.) - Etre informé pour mieux bloguer - RSF
(immagine da rsfblog)

venerdì

Donde la legría y la pena son gemelas

"Platero y yo" è una delle opere più conosciute e tradotte del poeta e Premio Nobel per la letteratura Juan Ramon Jiménez  Il rapporto del poeta con un tenero asinello, Platero, è raccontato con delicatezza e rispetto in questo breve libro, dal quale nasce una immagine completamente diversa dell'asino, animale da sempre considerato il simbolo dell'ignoranza. Un libro, spiega l'autore nel prologo, dove "la legría y la pena son gemelas" come le orecchie di Platero.


"Tu, se muori prima di me, non andrai, Platero mio, sul carretto del banditore, all'immensa laguna, né al burrone della strada dei monti, come gli altri poveri asinelli, come i cavalli e i cani che non hanno chi vuol loro bene...Vivi tranquillo, Platero. Ti seppellirò io ai piedi del pino grande e fronzuto dell'orto della Pigna, che tanto ti piace. Resterai accanto alla vita lieta e serena. I bambini giocheranno e le bimbette cuciranno sedute accanto a te sulle loro seggioline basse. Conoscerai i versi che la solitudine mi suggerirà. Udrai cantare le ragazze quando lavano i panni nell'aranceto, e il rumore della noria sarà gioia e frescura per la tua pace eterna. E per tutto l'anno i fringuelli, i lucherini, i verdoni faranno per te, nella perenne felicità dell'ampia chioma, un minuscolo tetto di musica tra il tuo sonno tranquillo e l'infinito cielo di sempiterno azzurro di Moguer".
 
"Tú, si te mueres antes que yo, no irás Platero mío, en el carrillo del pregonero, a la marisma inmensa, ni al barranco del camino de los montes, como los otros pobres burros, como los caballos y los perros que no tienen quien que quiera. ..Vive tranquilo, Platero. Yo te enterraré al pie del pino grande y redondo del huerto de la Piña, que a ti tanto te gusta. Estarás al lado de la vida alegre y serena. Los niños jugarán y coserán las niñas en sus sillitas bajas a tu lado. Sabrás los versos que la soledad me traiga. Oirás cantar a las muchachas cuando lavan en el naranjal y el ruido de la noria será gozo y frescura de tu paz eterna. Y, todo el año, los jilgueros, los chamarices y los verdones te pondrán, el la salud perenne de la copa, un breve techo de música entre tu sueño tranquilo y el infinito cielo de azul constante de Moguel."

Vedi altro  "Anche gli asini insegnano"

Juan Ramon Jiménez, "Platero y yo" - Capitolo XI